La verità nascosta dalla destra e dalla "sinistra" borghese
Berlusconi è il nuovo Mussolini. Va abbattuto dalla piazza

Berlusconi è politicamente "finito", è "ricattabile", è "incapace di governare" perché occupato unicamente a coprire i suoi scandali sessuali e a risolvere i suoi guai giudiziari: deve perciò "fare un passo indietro" per consentire la nascita di un nuovo governo "di salvezza nazionale", oppure le elezioni anticipate. Questa in sostanza è la posizione che la "sinistra" borghese, da Bersani a Vendola, su cui concordano anche Di Pietro e Ferrero, ripete come un mantra nell'illusione che si traduca in realtà: o per un abbandono spontaneo del campo da parte del neoduce, o per un passo falso in qualche passaggio parlamentare, oppure ancora per una delle sue tante pendenze giudiziarie che finalmente lo tolgano di mezzo inchiodandolo alle sue responsabilità.
Da parte sua il neoduce se ne ride di tutto ciò, e tira dritto sfidando tutti, persino i vescovi italiani che l'hanno abbandonato per la "questione morale", a schiodarlo dalla poltrona su cui si è abbarbicato, forte della risicata eppure incrollabile maggioranza parlamentare di nominati, corrotti e inquisiti che si è comprato a suon di milioni e di prebende e del patto di sangue col caporione della Lega neofascista, secessionista e razzista Bossi, il quale sa benissimo che la caduta di Berlusconi segnerebbe anche la sua e aprirebbe la guerra tra i suoi gerarchi, Maroni in testa, per la sua successione. L'alleanza con la Lega è solida, l'economia è salva dopo l'approvazione della manovra, il governo ha la fiducia del parlamento e durerà fino al 2013, facendo tutte le riforme economiche e costituzionali che ha in programma fin dal 1994: questa è la risposta strafottente del neoduce all'"opposizione" parlamentare che continua inutilmente a chiedere le sue dimissioni.
Assurdo quindi sperare in un "passo indietro spontaneo" di Berlusconi, magari favorito da un "nuovo 25 luglio" dall'interno del PDL per formare un nuovo governo di "centro-destra" con un altro premier, come auspica Casini e di cui si accontenterebbe anche il PD. Anche l'eventualità di essere sfiduciato dal parlamento è assai improbabile, come hanno riconfermato ultimamente l'assoluzione di Milanese e l'annuncio che il salvagente della Lega sarà replicato anche per il ministro inquisito per rapporti di mafia, Romano. Anzi il neoduce, forte della copertura politica del nuovo Vittorio Emanuele III, Napolitano, che teme una sua caduta in piena crisi finanziaria e che perciò non cessa di invocare la "coesione" attorno al governo e alla sua politica economica stangatrice, rialza la posta e ne approfitta per mettere all'ordine del giorno insieme alle ulteriori stangate in cantiere per la "crescita", tutta una serie di leggi neofasciste "urgenti", come la legge-bavaglio sulle intercettazioni, quella sul "processo lungo", quella sulla "prescrizione breve", la controriforma della giustizia, le "riforme istituzionali" e quant'altro torni utile a lui e al suo alleato Bossi.
Quanto ad una caduta per mano giudiziaria i fatti hanno fin qui dimostrato che finché il neoduce è al governo e controlla il parlamento, e può quindi infischiarsi delle leggi, intralciarle e addirittura cambiarle secondo la sua convenienza, corrompendo anche magistrati e testimoni, le inchieste e i procedimenti giudiziari a suo carico vanno invariabilmente incontro all'archiviazione, all'avocazione da parte di qualche procura compiacente con relativo insabbiamento, o alla prescrizione.
 
La forza per cacciare Berlusconi c'è
Comunque, anche ammesso e non concesso che qualcuna o più d'una di queste ipotesi si realizzasse, non vorrebbe affatto dire che il Paese si sarebbe liberato per sempre di Berlusconi, e soprattutto del berlusconismo. Eppure la forza c'è per abbattere Berlusconi e imprimere una svolta radicale nel Paese. Lo dimostra la crescente ribellione alla sua politica di massacro sociale per scaricare la crisi economica e finanziaria del capitalismo sulle spalle dei lavoratori e delle masse popolari: come lo straordinario successo dello sciopero generale della CGIL del 6 settembre scorso contro la stangata governativa da 55 miliardi, e come l'assedio al parlamento dei "sindacati di base", dei precari e degli studenti durante l'approvazione della manovra, mentre si sta preparando la manifestazione nazionale del 15 ottobre a Roma che già si annuncia di grande forza e partecipazione.
E allora perché la "sinistra" borghese non appoggia e utilizza questa forza per dare la spallata decisiva a Berlusconi e al suo governo neofascista? Perché non solo condanna ogni manifestazione di piazza antigovernativa che esca anche minimamente dai binari della legalità borghese e della inoffensiva dimostrazione pacifica, ma è arrivata perfino ad attaccare lo sciopero del 6 settembre con un documento di una minoranza consistente del PD e comunque a rifiutarsi ufficialmente di parteciparvi come partito? Perché si ostina a rifiutare e condannare la lotta di piazza per buttare giù Berlusconi e fermare il massacro sociale, mentre invece insiste a pietire le sue dimissioni per i suoi scandali e il discredito internazionale che ha attirato sull'Italia, che pure ci sono e sono da condannare e perseguire, ma che non sono da considerare i soli e i più gravi dei suoi crimini?
Questo è il punto. Berlusconi va abbattuto per i suoi crimini politici, sociali e istituzionali, i tanti già commessi e quelli che si propone ancora di realizzare. Ma la "sinistra" borghese liberale, compresi i trotzkisti, di tutto lo accusa meno che di quelli. In che cosa si contrappone, infatti, nella sostanza, la politica del PD da quella del governo, per quanto riguarda la politica economica liberistica, le "riforme istituzionali", la politica estera, ecc.? Dove stanno, per esempio, le differenze sostanziali con la politica di massacro sociale del governo riguardo all'entità della manovra di lacrime e sangue (i famigerati saldi che non si toccano!), sui tagli alle pensioni, sulle liberalizzazioni e privatizzazioni, sulla promozione delle "grandi opere" che devastano l'ambiente (vedi la posizione vergognosa sulla TAV), e così via?
 
Un "nuovo 25 luglio" o un nuovo 25 Aprile?
Il fatto è che neanche il PD mette in discussione il sistema capitalistico e le ricette antipopolari e le controriforme costituzionali neofasciste, presidenzialiste, federaliste e liberiste per "salvarlo" dalla crisi. Tant'è vero che ha lasciato passare la manovra senza opporre la minima resistenza, inchinandosi come un cagnolino agli ordini di Napolitano di non intralciarne l'approvazione lampo in parlamento. Ecco perché il partito liberale di Bersani preferisce accusare Berlusconi per il suo comportamento immorale piuttosto che per i suoi misfatti politici, istituzionali, parlamentari, sociali e sindacali. Dando a bere che basti che Berlusconi si faccia da parte per rimettere il Paese sul giusto binario. Ed ecco perché la "sinistra" borghese, in questo in piena complicità con la destra, nasconde la verità fondamentale che sta al fondo di tutto ciò: siamo in un regime neofascista e Berlusconi è il nuovo Mussolini. Altrimenti dovrebbe ammettere per coerenza che per abbatterlo ci vuole non un illusorio colpo di palazzo, come fu il 25 luglio per Mussolini e il fascismo, magari per un "governo di emergenza" alla Ciampi in attesa di un futuribile governo del "nuovo Ulivo", bensì un nuovo 25 Aprile e la lotta di piazza, da subito, per spazzare via Berlusconi ma anche tutto ciò che è stato da lui realizzato in questi anni e quello che ha ancora in serbo per il Paese.
La "sinistra borghese" non può e non vuole dirlo, e per questo si assume una grave responsabilità storica. Noi invece lo gridiamo forte, con le parole del compagno Giovanni Scuderi, pronunciate nel discorso per la commemorazione del 35° anniversario della scomparsa di Mao, invitando "tutte le forze politiche, sindacali, culturali, religiose, antifasciste a unirsi per abbattere Berlusconi, il nuovo Mussolini e il principale massacratore sociale. Non possiamo certo aspettare la scadenza della legislatura nel 2013 perché egli può causare altri e più gravi danni al popolo e al Paese e rivincere le elezioni".
Un nuovo 25 Aprile si impone con urgenza per abbattere il nuovo Mussolini e il suo governo neofascista! Poi ognuno andrà per la propria strada, e il PMLI proseguirà la sua fino alla conquista dell'Italia unita, rossa e socialista.

28 settembre 2011